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SHAKESPEARE IN LOVE Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 12 marzo 1999
 
di John Madden, con Gwyneth Paltrow, Joseph Fiennes, Geoffrey Rush, Judy Dench, Rupert Everett (Stati Uniti, 1998)
 
È tutta una questione di approccio. Preso troppo sul serio, per ciò che vuole certamente essere (una riflessione sul condizionamento della vita privata di un artista nei confronti della propria opera; della passione amorosa sull'ispirazione poetica) SHAKESPEARE IN LOVE è un film dai limiti evidenti. Perché la pur simpatica, scanzonata disinvoltura con la quale è condotta questa rivisitazione dei notoriamente misteriosi fatti privati del Bardo e, ancor più i limiti di una regia diligente ma quasi accademica non concedono al film di essere molto più di un gradevole, curato divertimento.

Se inteso, al contrario, senza troppa pedanteria per ciò che, meno certamente, si limitava a voler essere (il gioco scherzoso di un erudito conoscitore nel riempire le celebri zone d'ombra della biografia del grande poeta; il desiderio di far discendere dal piedistallo del mito il Poeta, per ricondurlo dove doveva essere, fra la gente; l'esigenza di riuscirci grazie all'uso di un linguaggio che fosse pure "popolare"; la fusione fra erudizione e volgarizzazione ottenuta appoggiandosi alla grazia ed alla bravura di attori chiaramente divertiti), allora il film merita, se non proprio tutti, parte dei riconoscimenti ottenuti oltre che degli Oscar annunciati.

E allora, a credere agli autori, pure il sommo Shakespeare non era immune dall'incubo della pagina bianca che da sempre angoscia gli scrittori; e, nemmeno da quell'altro antidoto che da tempo immemore serve agli artisti per stimolare il cuore e la mente, l'innamoramento. Aveva un bel rincorrere per le taverne il mitico compare Marlowe, perché gli suggerisse come portare a termine il suo progetto di "Romeo e Giulietta": senza la comparsa dell'affascinante lady Viola (ahimè, promessa sposa al solito nobile sbiadito e perverso) i posteri sarebbero ancora in attesa di tutto quella grazia di Dio che doveva seguire.

Detto cosi, pare il solito brodino (ricostruzione d'epoca curata, recitazione pimpante e via dicendo); e lo è, in parte. Solo che a dosare gli ingredienti, a divertirsi a riempire quei buchi affascinanti nella genesi di tanti capolavori c'è un certo Tom Stoppard, celebre come drammaturgo quanto come frequentatore raffinato dell'epoca del teatro elisabettiano. Che traveste da giovinotto con tanto di pizzetto la squisita, illuminata Gwyneth Paltrow; permettendole a quel modo non solo di amoreggiare con il plebeo Will, ma di calcare le scene teatrali, notoriamente bandite a chi non fosse di sesso maschile. Che poi, come sembra storicamente accertato, il Poeta si dilettasse di ragazzini oltre che di nobildonne, a Stoppard non interessa più di tanto: forse in omaggio alle regole perbenistiche che governano i prodotti oscarizzabili. Ma intanto il film, grazie a quelle pur discrete tentazioni di ambiguità acquista un suo sapore; ed altro ne guadagna, ancora grazie Stoppard, sul filo di una sceneggiatura inventiva e spensierata. Con genii letterari, attori o impresari teatrali restituiti a quella strada dalla quale provenivano, con riferimenti puntuali, curiosi, alle diverse, mitiche opere shakespeariane, con una sorprendente regina Elisabetta (la concisa, bravissima Judy Dench), in vena addirittura di trasgressioni in chiave pre-femministe.

Regista dignitoso ma non certamente geniale, Madden ci mette finalmente del suo in un'ultima, bellissima intuizione. Parte la Lady in mare, al seguito del suo antipatico marito: il veliero naufraga nella tempesta, lei si libra sott'acqua fra le bollicine (proprio come gli eroi del TITANIC o de LA SOTTILE LINEA ROSSA...), poi s'incammina solitaria su quell'immensa spiaggia che raffigura la dimensione insondabile della creazione artistica. È che si chiama Viola: proprio come l'eroina de "La dodicesima notte" che il suo sfortunato amante - l'ispirazione rinnovata - si appresta a tramandare ai posteri...


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